La certezza di non avere certezze

Vi guardo ed a volte ho paura.
Paura per le vostre certezze, paura perché vi vedo sicure, determinate, pronte a tutto e con uno scopo bene in mente.
Altre volte non siete così agguerrite ma comunque certe del vostro cammino e desiderose di raggiungere degli obiettivi certi. Alcune volte avete trent'anni, altre venti, altre ancora quaranta.
C'è chi si è realizzata nel lavoro, chi sta studiando, chi ha appena deciso la facoltà, chi si è sposata, chi è diventata mamma, chi ha ormai i figli adolescenti, chi è tutte queste cose, oppure due o tre.

E poi ci sono quelle come me. E te.

Quelle che hanno un abisso dentro e non gli basta un'esistenza intera per sapere come sono e cosa vogliono.
Quelle che ancora non hanno capito bene cosa fare della vita, se non vivere; quelle che sono talmente impegnate a schivare problemi e superare ostacoli che delle volte non riescono neanche a domandarsi: "ma io cosa voglio veramente?". Quelle che si trovano in situazioni che non amano e non riescono ad uscirne, quelle che fanno un lavoro che detestano e magari hanno dei figli da mantenere, quelle che i figli da mantenere non li hanno perché il lavoro le mantiene troppo precarie. Quelle che vorrebbero sposarsi, ma l'uomo o la donna del cuore ancora non si sa dove sia, quelle che sono sposate e vanno fantasticando per altri lidi, perché il marito le vede ormai solo come un soprammobile.

Che all'ennesimo PDM (qui ti spiego chi è) lasciano andare le speranze e capiscono che in realtà da sole si sta benissimo (magari con tante amiche e una gatta), che sono state tradite, deluse, defraudate di qualcosa, ma ancora sperano nel futuro. Che per trovare un lavoro degno di questo nome o realizzare un sogno, sono dovute andare a mille e più Km da casa e quindi di case ne hanno due e quelle che non riescono neanche ad avere il mutuo per una. Che sognano di andare in vacanza o sono appena tornante da una meravigliosa fuga lontana.

Quelle che assistono un figlio o un genitore malato e guardano sospirando fuori dalla finestra, quelle che si sentono strozzate dalla provincia e quelle che vorrebbero fuggire dalla metropoli. Che non hanno nessuno che le aiuti con un figlio piccolo e si reinventano per sbarcare il lunario, o quelle che sono soffocate dalla suocera. Quelle che vengono violate, vendute, usate, uccise, trucidate, senza averne colpa.

Che hanno dovuto scegliere tra lavoro e aspirazioni, o tra lavoro e figli o tra lavori che non sono nemmeno degni di questo nome e chinano la testa davanti al capo di turno, uno strafottente idiota. Che passano da uno stage all'altro o tornate dalla maternità devono trovare il loro posto nel mondo; che non riescono ad averli i figli, oppure che non li vogliono e tutti stanno lì a ricordare che una donna deve volerli e darsi da fare. Che hanno cambiato talmente tanti lavori da avere un curriculum lungo 6 pagine e si sentono domandare ai colloqui: "Perché?"

Perché la vita è questa, care mie. La vita di quelle che spesso affondano, ma poi tornano a galla, lottando e combattendo ogni giorno per uno spazio di felicità nel mondo.
La vita dei milioni di donne che non sono nate con la camicia di seta e quella che indossano l'hanno cucita giorno dopo giorno col sudore della fronte, con le lacrime, coi sogni disattesi, con l'amore dato a fondo perduto, con i tanti No e le delusioni. Eternamente indecise o eternamente in bilico.

L'avete cucita coi sorrisi, le speranze, la gioia, la voglia di farcela e quella di vivere, coi piccoli sogni e le minuscole soddisfazioni. Dicono che nella vita tutto torni indietro. Auguro a noi donne di veder tornare tutto ciò che desideriamo e soprattutto quello che ancora non abbiamo capito di volere.
Non so voi, ma io davvero mi sveglio coi "boh" e vado a dormire coi "ma", ho già tante difficoltà nella vita, almeno la certezza di non avere certezze mi fa sentire umana, forse imperfetta, ma umana.

Tranne per il cibo, per quello ho la certezza che avrò sempre fame, per sempre.