Perfetti Sconosciuti.

Dico la mia. Questo film è un pugno al cuore e allo stomaco.
Mi ha colpita profondamente. Perché l'ho amato e al tempo stesso mi ha fatto male.
Un film carico di ironia, cinismo, crudeltà, realtà e al tempo stesso pieno di amore e un senso di pietà per questi personaggi.
Un film che si rifà per molti versi al cinema francese, che prova a ricordare Scola con la presenza della terrazza, che coglie nel buio dell'eclissi di luna (come ne "Le mille bolle blu") l'occasione per portare alla luce i sordidi inganni dei protagonisti, con un finale che poteva essere l'unico finale possibile e che bla bla bla. Non sono un'addetta ai lavori e i commenti tecnici li lascio a chi di dovere, a chi ne capisce, non sto qui a fare la cineasta. L'unica cosa che posso dire di aver apprezzato è stata l'attenzione a ogni singola storia, la perfezione dei tempi, in cui ogni personaggio si incastra con l'altro ed ha il giusto rilievo, anche quando le scene e le battute restano sospese. Ogni attore incarna perfettamente il suo personaggio, con la sensazione di un grande lavoro introspettivo. Il film ha una parte più ironica e una seconda che cresce di tensione, rendendo lo spettatore un commensale silenzioso. Ma preferisco parlare dei sentimenti.
Ci si sofferma sul fatto che, innegabilmente, questo sia il primo film che riconosce la valenza sociale e la presenza totalitaria dello smartphone nelle nostre vite, il primo film che (dopo un accenno ne "Il nome del figlio") ne riconosce l'ingombrante esistenza. Noi, ormai, viviamo affiancati da lui, viviamo tramite lui, siamo ciò che siamo, attraverso lui. Preferiamo affidare a lui, piuttosto che al partner o ai nostri amici, la verità delle nostre azioni.
Parliamoci chiaro, le cose che accadono nel film tra le coppie, succedono da sempre, è che prima non si sapeva, o si sapeva di meno, o si limitava a qualche chiacchiera malevola. Era più difficile scoprire ciò che una coppia celava, agli altri e alla coppia stessa. Erano pensieri ed azioni che restavano nel nostro intimo.
La vita è purtroppo immersa nelle mezze verità e nell'inganno, sia in amore che in amicizia e questo film ci sbatte davanti questa consapevolezza con ironico cinismo e totale disincanto. Ci fingiamo corretti, coerenti, onesti, per prima cosa con noi stessi, finendo per crederci e per farlo credere agli altri, ma non siamo disposti ad accettare le conseguenze di queste nostre sfaccettature, di queste nostre azioni, predichiamo la verità, ma siamo i primi a non applicarla e a non volerla sentire. 
Abbiamo la vita che esibiamo agli altri, nei social, che, molto spesso, non corrisponde con la vita reale, con il privato, che viene celato persino agli amici; poi abbiamo la terza vita, quella che teniamo segreta, a volte anche a noi stessi, nella speranza di non essere smascherati, ma con il perenne brivido che accada. Abbiamo bisogno di questo per vivere, per portare avanti delle relazioni d'amore e sociali, perché non siamo capaci di vivere i sentimenti per ciò che sono e di avere il coraggio delle nostre azioni. Le relazioni sono labili, fragili, frangibili, come il neologismo utilizzato nel film.
Delle tante frasi che restano impresse dopo il film, due sono, a parer mio, le più importanti: che "a volte ci vuole più coraggio per lasciarsi che per restare insieme", una frase che ho potuto sperimentare sulla mia pelle, con un coraggio che ho pagato a caro prezzo, ma di cui non mi pento nemmeno un secondo, un coraggio che in tanti non hanno, con le conseguenze che vediamo in questa pellicola; e che "se ami qualcuno lo proteggi, lo proteggi da questo e da tutto". E io credo che questo sia ciò che resta del film, dove niente è come sembra e dove i personaggi non vanno giudicati dall'apparenza iniziale, dove solo alcuni di loro sono realmente meritevoli (ad identificare le belle eccezioni che capitano anche nella vita al di fuori dello schermo), mentre la restante parte è immatura, becera, senza dignità. 
Dobbiamo proteggere chi amiamo, dobbiamo imparare a vivere in modo privato i sentimenti, le cose e le persone belle, sbandierare di meno ed imparare a condividere l'aiuto verso gli amici invece del pettegolezzo.
Non riusciamo a non scrivere sui social che siamo questo o facciamo quell'altro, ma mentiamo continuamente durante tutta la nostra vita. 
Un finale giusto, che lascia l'amaro in bocca e la paura che accada anche a noi, proprio a noi che diciamo "a me non accadrà mai" e invece poi...
E adesso, chi non ha nulla da nascondere, tolga il pin al cellulare e lo lasci in bella vista sul comodino, non prima di aver cancellato tutte le conversazioni, ovviamente.

Commenti

  1. Sinceramente il film mi è piaciuto tantissimo, ma il finale mi ha deluso profondamente. E' proprio lo specchio dei nostri tempi, speravo che ognuno si prendesse la responsabilità delle proprie azioni, invece niente... Va beh, forse ho una visione utopistica della realtà, infatti poteri mettere il cellulare sul tavolo in qualsiasi momento

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    1. Ed è per quello che il finale è bello, perché e un pugno allo stomaco nella sua cruda realtà. Un film che è lo specchio della società fino in fondo. Purtroppo. Mi ha lasciata sconvolta.

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