Il letargo della cicogna

Arriva, prima o poi, un momento nella vita di alcune donne, in cui si affaccia il desiderio della maternità

Alcune volte è la conseguenza naturale di un solido rapporto di coppia, altre di un fresco matrimonio, altre ancora di un amore che sta nascendo, oppure di una notte. A volte non viene neanche cercato questo desiderio, perché la maternità arriva da se, come un dono inaspettato.
Ma purtroppo tante, troppe volte, per una maternità che sboccia e nasce felice, ce ne sono cento che non vanno come dovrebbero. Senza nascita.

C'è chi deve procrastinare in attesa del contratto di lavoro o perché è ancora in un limbo di prova (e questa è una motivazione vergognosamente italiana, dove ci vogliono far credere che ci siano leggi a tutela del lavoro e della maternità, ma nella realtà esistono ancora i colloqui dove si chiede ad una donna se ha o pensa di avere figli), chi deve aspettare perché la controparte non se la sente ancora (ed ho imparato che, se ci si ama, non c'è un momento adatto, c'è solo l'amore che vige sovrano e che ci porta ad avere una figlio un modo spontaneo), chi purtroppo non ha trovato la persona con cui portare avanti questo grande dono, chi ha incontrato persone che hanno fatto sì non succedesse, chi ha chiuso una storia prima di avere un figlio.

Ma credo fortemente che, di tutte le maternità inespresse per questi motivi, la più devastante sia quella in cui una coppia è innamorata e sogna di avere un figlio, ma non riesce ad averne.
Il carico psicologico e lo stress per la donna è immenso, la frustrazione, il sentirsi diversa, inadeguata, sbagliata, malata.
letargo della cicogna


Poi c'è l'uomo
L'uomo che spesso non vuole neanche pensare che possa dipendere da lui, perché ha la convinzione che i suoi spermatozoi siano i più fecondi del mondo. L'uomo che invece si sottopone a qualsiasi controllo e supporta la sua compagna in questo calvario. L'uomo che non regge il colpo e ti lascia. L'uomo che viene lasciato perché la sua donna impazzisce di dolore e lo allontana.

Tanti rapporti muoiono lentamente per questo motivo e la colpa non è di nessuno, solo della vita che si accanisce e porta un amore a spegnersi dietro la sofferenza della mancata genitorialità.
Si iniziano ad odiare (si, si odiano) le persone che hanno dei figli e non sanno e non vogliono crescerli in modo sano ed adeguato, che li maltrattano, che li danno per scontati, che rimpiangono il giorno in cui li hanno messi al mondo (ed esistono, purtroppo).
Nella testa di una donna si inizieranno presto a sprigionare sentimenti negativi, di cui essa stessa si vergognerà, sentimenti di tristezza, depressione, ansia, rabbia e frustrazione.
Per poi dover percorrere la buia strada dell'agonia ospedaliera tra analisi, test, maternità che non vanno a buon fine, raschiamenti ed aborti. Cose che non potremmo augurare neanche al nostro peggior nemico.

Leggendo sui vari blog, c'è un mondo di non mamme, pronte e desiderose di esserlo, che raccontano la loro storia, il loro dramma, la loro ricerca; un mondo di future madri che, invece della cicogna, fa venire la pelle d'oca.
Io non rientro in questa categoria (sebbene la mia sia comunque una categoria da podio della sfiga), ma ho incontrato sulla mia strada tante donne, tante amiche, colleghe, conoscenti, che smettevano di sorridere per questo motivo, facendone un unico chiodo fisso. 
Come tutte le cose, la maternità non arriverà (laddove non ci siano problemi gravi di salute), se facciamo di questo pensiero un'ossessione, che non dobbiamo dimenticare di avere comunque una persona accanto che ci ama e ci sostiene e che molte donne non sono diventate madri ma hanno avuto una vita piena, felice ed appagante.

Magre consolazioni? spesso la vita prende delle strade che non avremmo mai creduto ed in cui possiamo ritrovare comunque la felicità, nascosta in una strada secondaria.
Un appello, però, voglio farlo, a tutte quelle che sono già mamme, a tutte coloro che sento lamentarsi perché non arrivano a fine giornata, quelle che richiedono l'aiuto dei nonni per qualsiasi cosa, o che sembrano legate ad una catena:
Non dimenticate mai la vostra immensa fortuna. Abbiate tatto, empatia, rispetto.
Non dimenticatevi di tutte quelle donne che la sera, mentre voi sbuffate perché a causa di un figlio non avete più tempo per voi stesse (cosa che comunque non è vera), si coricano a letto versando una lacrima per quel figlio che ancora non è arrivato e, forse, non arriverà mai.


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